La contrapposizione antagonista al dialogo è un classico del nostro bel paese, un paese più bravo a demolire che a costruire. Personalmente non sono mai stato uno statalista, ma una trasmissione di ieri sera sul discorso scuola mi ha riportato alla mente vecchie riflessioni che in questa sede vi ripropongo brevemente. Gli italiani, specialmente chi è protagonista della vita economica, hanno un'idea delicatamente distorta del libero mercato. Per noi, nel momento in cui ci sono dei guadagni il mercato è libero, indi per cui lo Stato non deve soffocare gli sviluppi economici con un peso fiscale di qualsiasi natura. Se di contro ci sono delle perdite è solo responsabilità dello Stato fare qualcosa e salvare tutto e tutti senza se, ma o infingimenti, dal piccolo operaio al povero imprenditore che tanto ama questo paese. Morale: ridicolo. Per fare un esempio che tanto piace a certa gente, in un paese come l'America non si è mai visto che lo Stato sovvenzioni l'impresa privata in alcun modo. In Italia no. Prendendo come spunto proprio la puntata di ieri sera sopra citata, per quanto il bel paese abbia una scuola pubblica a pezzi, sia dal punto di vista del personale che strutturale, invece di investire tutte le risorse in questa, creando anche una concorrenza qualitativa nei confronti dell'Europa e del mondo, preferiamo non lasciare a bocca asciutta chi già guadagna per conto suo da ogni singolo studente fior fior di rette: è giusto? Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere al sistema sanitario ponendosi le stesse questioni, ovvero perché devo finanziare istituti privati quando le strutture sanitarie pubbliche sono a pezzi? Chi ha studiato economia, o almeno come me ha qualche reminiscenza a riguardo, ricorderà bene che uno dei principi cardini del libero mercato è l'iniziativa privata che esclude l'intervento o la partnership statale, in caso contrario si dovrebbe parlare di imprese private a partecipazione statale, con l'unica differenza che, almeno da noi, lo Stato (il popolo italiano) è un "non azionista" che ci mette i soldi ma non percepisce guadagni. In conclusione, hai un'impresa privata, sia essa una scuola, una struttura sanitaria o altro del genere? Se riesci a sopravvivere alla concorrenza del libero mercato resti in gioco, in caso contrario chiudi baracca e ti dedichi ad altro. Da socialista dico che questa sarebbe una delle lotte che dovremmo iniziare seriamente a portare avanti.
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
lunedì 15 febbraio 2010
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