Se avessi dovuto scegliere chi votare alle ultime elezioni presidenziali americane, con qualche dubbio avrei votato Obama che, alla fine dei conti, era comunque più presentabile del suo avversario. Il mondo ha incensato questo uomo senza saperne poi molto, idem in Italia, da Walter ad esponenti di rilievo della destra, annunciandolo come il futuro più auspiacabile per gli Stati Uniti e per il mondo. Ricordo bene le promesse dell'attuale Presidente al popolo americano, ovvero sanità gratuita per tutti, investimenti sulle fonti di energia alternative e progressivo rientro dei soldati dal medioriente. I fatti, purtroppo, si sono rivelati diversi: In primo luogo la famosa riforma sanitaria si è rivelata un grande bluff, dei presunti aventi diritto, poiché non autosufficienti economicamente, solo uno scarso 25 % riuscirà ad usufruire di un sistema sanitario gratuito che, a ben vedere, gratuito non è. Numeri alla mano i fortunati saranno poco più di 250.000 su alcuni milioni. In seconda istanza il Nobel per la pace non ha ritirato un solo soldato dall'Iraq e, come se non bastasse, ha aumentato la presenza americana in Afganistan. Terza e più recente delle promesse non mantenute, alla faccia degli investimenti nelle fonti di energia alternativa, ha deciso di aprire nuove centrali nucleari, a suo avviso la risposta più ecologica alle esigenze ambientali ed al problema energetico. Ed il mondo? Tace ed acconsente. Passi di danza a parte, nonché gadget di ogni tipo dalle targhe delle auto, fino alle più trendy action figure, Mr. Obama mi riporta alla mente le terzine di un certo Nostradamus il quale faceva coincidere la fine del mondo con l'elezione del Papa nero. Molti forse non sanno che, ai tempi del noto veggente, la figura del Papa era l'espressione massima del potere politico nel mondo conosciuto, non solo una figura religiosa. Follie? Fantasie da circo? Chi lo sa. Per il momento, usando un riferimento biblico, mi viene da ricordare un paio di passi dell'Apocalisse riguardanti la bestia: "L'adorarono tutti gli abitanti della terra [...] sedusse gli abitanti della terra"
Meditate gente, meditate...
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
sabato 20 febbraio 2010
lunedì 15 febbraio 2010
PUBBLICO VS PRIVATO?
La contrapposizione antagonista al dialogo è un classico del nostro bel paese, un paese più bravo a demolire che a costruire. Personalmente non sono mai stato uno statalista, ma una trasmissione di ieri sera sul discorso scuola mi ha riportato alla mente vecchie riflessioni che in questa sede vi ripropongo brevemente. Gli italiani, specialmente chi è protagonista della vita economica, hanno un'idea delicatamente distorta del libero mercato. Per noi, nel momento in cui ci sono dei guadagni il mercato è libero, indi per cui lo Stato non deve soffocare gli sviluppi economici con un peso fiscale di qualsiasi natura. Se di contro ci sono delle perdite è solo responsabilità dello Stato fare qualcosa e salvare tutto e tutti senza se, ma o infingimenti, dal piccolo operaio al povero imprenditore che tanto ama questo paese. Morale: ridicolo. Per fare un esempio che tanto piace a certa gente, in un paese come l'America non si è mai visto che lo Stato sovvenzioni l'impresa privata in alcun modo. In Italia no. Prendendo come spunto proprio la puntata di ieri sera sopra citata, per quanto il bel paese abbia una scuola pubblica a pezzi, sia dal punto di vista del personale che strutturale, invece di investire tutte le risorse in questa, creando anche una concorrenza qualitativa nei confronti dell'Europa e del mondo, preferiamo non lasciare a bocca asciutta chi già guadagna per conto suo da ogni singolo studente fior fior di rette: è giusto? Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere al sistema sanitario ponendosi le stesse questioni, ovvero perché devo finanziare istituti privati quando le strutture sanitarie pubbliche sono a pezzi? Chi ha studiato economia, o almeno come me ha qualche reminiscenza a riguardo, ricorderà bene che uno dei principi cardini del libero mercato è l'iniziativa privata che esclude l'intervento o la partnership statale, in caso contrario si dovrebbe parlare di imprese private a partecipazione statale, con l'unica differenza che, almeno da noi, lo Stato (il popolo italiano) è un "non azionista" che ci mette i soldi ma non percepisce guadagni. In conclusione, hai un'impresa privata, sia essa una scuola, una struttura sanitaria o altro del genere? Se riesci a sopravvivere alla concorrenza del libero mercato resti in gioco, in caso contrario chiudi baracca e ti dedichi ad altro. Da socialista dico che questa sarebbe una delle lotte che dovremmo iniziare seriamente a portare avanti.
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
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