Caro Nencini, le sue sempre puntuali dichiarazioni, il suo proto-immobilismo, il suo stile e le sue non-azioni/azioni mi portano a scriverle, con franchezza e responsabilità, una lettera che spero lei accolga per quella che è, uno stimolo a reagire a se stesso, ovvero il suo unico vero problema. Partiamo con ordine; lei poche ore fa ha dichiarato che l'elezione di Bersani dimostra il fallimento della teoria Veltroniana dell'autosufficienza, ovviamente e per convenienza ignorando tutte le ombre che si aggirano su queste primarie, ci mancherebbe. Comunque, tornando ai fatti, questa sua dichiarazione mi fa venire alla mente una metaforica scena in cui il paralitico sottolinea allo zoppo che non può camminare senza stampelle. Il PS da lei gestito, un'inezia politica che non raggiunge l'1%, non mi sembra questo modello di autosufficienza, tantomeno lei ha mai dimostrato realmente di avere la voglia, non la forza, ma la voglia di volere costruire un soggetto socialista realmente autosufficiente. Lei, caro Nencini, a riprova di quanto affermo, mi sembra che abbia preferito aggrapparsi alla speranza di un'ancora Vendoliana, un'ancora che non è arrivata e che dubito arriverà mai. Addirittura un partito come quello dei Verdi, che nel nostro bel paese non ha mai goduto di chissà quale seguito, ha abbandonato il progetto di Sinistra e Libertà per un rigurgito di autostima. Le chiedo come mai lei, un uomo così nobile, così corretto, così onesto, prima ha combattuto con manifestazioni ed appelli quel che da più parti è stato definito come un'infamia, ovvero lo sbarramento al 4%, per poi fare approdare nella sua regione tale sbarramento senza fiatare. Le chiedo come mai, lei che ha fatto uno scudo della sua onestà intellettuale, prima ha portato avanti la causa di Sinistra e Libertà e poi si candida nella sua amata toscana con il PD, lasciando ai piani bassi del suo micro partito l'onere e l'onore di combattere per la causa Vendoliana. Le chiedo come mai, all'indomani della nascita di una nuova formazione socialista ed autonomista che si richiama alla tradizione Craxiana del vecchio PSI, lei si è ricordato di aggiungere la dicitura 'italiano' al suo partito, considerando anche il fatto che il suo simbolino è in via di fusione all'interno di Sinistra e Libertà. Le chiedo se lei realmente crede di essere il rappresentante dei socialisti italiani e se è convinto che i socialisti in Italia siano quello scarso 0,9%. Le chiedo come mai ha sempre rifiutato l'idea di un congresso che mettesse in chiaro le cose. Le chiedo su quali basi lei si è arrogato il diritto di dire che i socialisti italiani devono superare Livorno 1921. Vede caro Nencini, da Del Turco, passando per Boselli fino a lei, siete riusciti sempre più nell'arduo compito di frammentare e ridurre a niente un partito, l'avete violentato, svilito ed offeso, avete offeso la memoria di chi ha combattuto, di chi è morto e di chi è stato perseguitato per l'idea socialista. Anche lei non si è mai posto il problema di come riunire tutte le anime socialiste, come riacquistare la fiducia di tutti quei socialisti che oggi, per le ragioni più diverse, si trovano all'interno della PDL, al contrario ha sempre prediletto alleanze con ben altri soggetti politici che con la nostra tradizione poco hanno a che spartire. Lei, come i suoi predecessori e la sua dirigenza, non è riuscito a tirar fuori dalla sua mente uno straccio di proposta, un qualcosa di vagamente accostabile al concetto di idea. Sempre come i suoi predecessori, è riuscito solamente a cavalcare gli slogan altrui, slogan vuoti e perdenti che a noi non appartengono, tramutando l'ombra di una comunità socialista, ovvero quella da lei rappresentata, in una tristissima miscela di mangia preti/eutanasici/omosessuali, con tutto il rispetto per questi ultimi, ma la causa omosessuale non può essere il pilastro di un'azione politicia, può esserne tutto al più una delle tante sfaccettature. Neanche sull'istruzione, da sempre cavallo di battaglia dei socialisti, più di quattro luoghi comuni buttati lì per dire non siete riusciti a fare. In conclusione, caro Nencini, invece di continuare a perdere tempo, la invito seriamente ad indire prima di Dicembre un congresso straordinario ed a rimettere nelle mani del suo popolo, che poi suo non è, le sue dimissioni. Mi permetto di dirle questo perché un uomo di coraggio sa mettersi in discussione se è convinto delle sue idee ed è in buona fede. Grazie
Aldo Luigi Mancusi
martedì 27 ottobre 2009
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