Ho ancora in mente la splendida battuta che fece, in una puntata di Ballarò, l'ex Ministro Castelli a Pannella riguardo il suo ennesimo sciopero della fame e della sete: "Caro Marco, com'é che tu scioperi e resti sempre cicciottello?". Goliardici ricordi a parte, i Radicali con questo continuo ricatto morale dello sciopero della fame e della sete mi hanno veramente stancato, come sempre stanno rasentando il ridicolo. Emma Bonino, persona che comunque stimo, sia chiaro, rilancia la sua personale punizione corporale perché a suo dire i Radicali non hanno il dovuto spazio in televisione, rivendicando, sempre a suo dire, un'illegalità che le istituzioni fanno finta di non vedere. Siamo alle solite. Per curiosità mi sono andato a ricercare le presenze televisive dei Radicali per quel che riguardava le ultime elezioni europee, che ricordo essere stata l'ennesima occasione del sopra citato movimento per baccagliare con stelle giudaiche al petto e non nutrirsi. Indovinate un po' cosa ho notato? Che i Radicali, movimento/partito del 2%, all'epoca non solo sono stati in televisione molto di più di altre formazioni politiche che si sono lamentate, senza però arrivare alle stesse esagerazioni come ad esempio La Destra (2,3%), Rifondazione Comunista (3,1%), Sinistra e Libertà (3,0%) e via così, bensì sono stati in televisione anche più del Udc, un partito che ha 'solo' tre volte i voti di Pannella e soci. Poi, scusatemi, basta accendere la televisione per vedere i fatti. La Bonino è ogni giorno su tutti i telegiornali per questa storia del suo sciopero e bla bla bla, addirittura Emilio Fede ha ospitato i Radicali, il che fa riflettere. Di contro della Polverini, almeno per il momento, nei telegiornali se ne parla poco o niente. Non capisco poi un'altra cosa, i Radicali sono stati eletti nelle file del PD per grazia ricevuta (o prostituendosi?) di Walter Veltroni e continuano ad incassare una quantità infinita di contributi statali con Radio Radicale, emittente dalla quale ogni giorno ci sbomballano il cervello con i monologhi ultra-logorroici del buon Marco: cosa cavolo vogliono? Ci sono tante altre formazioni politiche, con cui posso non condividere le idee e che purtroppo sono fuori dal parlamento, che almeno non si sono mai prostituite per due poltroncine in parlamento e non godono degli stessi introiti 'radiofonici' (vedi Rifondazione e La Destra), allora mi e vi chedo, queste formazioni che dovrebbero dire? Sono più stupide dei Radicali? In conclusione, cari amici Radicali e cara Emma, invece di digiunare per farvi pubblicità, perché non tirate fuori un bel programmino politico per il Lazio? Come diceva un detto del volgo, l'Italia ha bisogno di fatti, non pugnette.
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
mercoledì 24 febbraio 2010
sabato 20 febbraio 2010
CHI E' OBAMA?
Se avessi dovuto scegliere chi votare alle ultime elezioni presidenziali americane, con qualche dubbio avrei votato Obama che, alla fine dei conti, era comunque più presentabile del suo avversario. Il mondo ha incensato questo uomo senza saperne poi molto, idem in Italia, da Walter ad esponenti di rilievo della destra, annunciandolo come il futuro più auspiacabile per gli Stati Uniti e per il mondo. Ricordo bene le promesse dell'attuale Presidente al popolo americano, ovvero sanità gratuita per tutti, investimenti sulle fonti di energia alternative e progressivo rientro dei soldati dal medioriente. I fatti, purtroppo, si sono rivelati diversi: In primo luogo la famosa riforma sanitaria si è rivelata un grande bluff, dei presunti aventi diritto, poiché non autosufficienti economicamente, solo uno scarso 25 % riuscirà ad usufruire di un sistema sanitario gratuito che, a ben vedere, gratuito non è. Numeri alla mano i fortunati saranno poco più di 250.000 su alcuni milioni. In seconda istanza il Nobel per la pace non ha ritirato un solo soldato dall'Iraq e, come se non bastasse, ha aumentato la presenza americana in Afganistan. Terza e più recente delle promesse non mantenute, alla faccia degli investimenti nelle fonti di energia alternativa, ha deciso di aprire nuove centrali nucleari, a suo avviso la risposta più ecologica alle esigenze ambientali ed al problema energetico. Ed il mondo? Tace ed acconsente. Passi di danza a parte, nonché gadget di ogni tipo dalle targhe delle auto, fino alle più trendy action figure, Mr. Obama mi riporta alla mente le terzine di un certo Nostradamus il quale faceva coincidere la fine del mondo con l'elezione del Papa nero. Molti forse non sanno che, ai tempi del noto veggente, la figura del Papa era l'espressione massima del potere politico nel mondo conosciuto, non solo una figura religiosa. Follie? Fantasie da circo? Chi lo sa. Per il momento, usando un riferimento biblico, mi viene da ricordare un paio di passi dell'Apocalisse riguardanti la bestia: "L'adorarono tutti gli abitanti della terra [...] sedusse gli abitanti della terra"
Meditate gente, meditate...
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
Meditate gente, meditate...
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
lunedì 15 febbraio 2010
PUBBLICO VS PRIVATO?
La contrapposizione antagonista al dialogo è un classico del nostro bel paese, un paese più bravo a demolire che a costruire. Personalmente non sono mai stato uno statalista, ma una trasmissione di ieri sera sul discorso scuola mi ha riportato alla mente vecchie riflessioni che in questa sede vi ripropongo brevemente. Gli italiani, specialmente chi è protagonista della vita economica, hanno un'idea delicatamente distorta del libero mercato. Per noi, nel momento in cui ci sono dei guadagni il mercato è libero, indi per cui lo Stato non deve soffocare gli sviluppi economici con un peso fiscale di qualsiasi natura. Se di contro ci sono delle perdite è solo responsabilità dello Stato fare qualcosa e salvare tutto e tutti senza se, ma o infingimenti, dal piccolo operaio al povero imprenditore che tanto ama questo paese. Morale: ridicolo. Per fare un esempio che tanto piace a certa gente, in un paese come l'America non si è mai visto che lo Stato sovvenzioni l'impresa privata in alcun modo. In Italia no. Prendendo come spunto proprio la puntata di ieri sera sopra citata, per quanto il bel paese abbia una scuola pubblica a pezzi, sia dal punto di vista del personale che strutturale, invece di investire tutte le risorse in questa, creando anche una concorrenza qualitativa nei confronti dell'Europa e del mondo, preferiamo non lasciare a bocca asciutta chi già guadagna per conto suo da ogni singolo studente fior fior di rette: è giusto? Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere al sistema sanitario ponendosi le stesse questioni, ovvero perché devo finanziare istituti privati quando le strutture sanitarie pubbliche sono a pezzi? Chi ha studiato economia, o almeno come me ha qualche reminiscenza a riguardo, ricorderà bene che uno dei principi cardini del libero mercato è l'iniziativa privata che esclude l'intervento o la partnership statale, in caso contrario si dovrebbe parlare di imprese private a partecipazione statale, con l'unica differenza che, almeno da noi, lo Stato (il popolo italiano) è un "non azionista" che ci mette i soldi ma non percepisce guadagni. In conclusione, hai un'impresa privata, sia essa una scuola, una struttura sanitaria o altro del genere? Se riesci a sopravvivere alla concorrenza del libero mercato resti in gioco, in caso contrario chiudi baracca e ti dedichi ad altro. Da socialista dico che questa sarebbe una delle lotte che dovremmo iniziare seriamente a portare avanti.
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
Grazie
Aldo Luigi Mancusi
lunedì 8 febbraio 2010
RIFLETTIAMOCI UN ATTIMO
E' di poche ore fa l'accordo ufficiale tra il rappresentante di Massimo D'Alema, Bersani, ed il prorompente giacobino Di Pietro. Che dire? Quella che già si palesava come cosa fatta - in realtà i due partiti non hanno mai smesso di corteggiarsi - ha avuto compimento. Ritengo sia questa una giusta occasione per porsi una riflessione da 'singoli' socialisti, ovvero se questo rinnovato accordo non segni il de profundis di un'eventuale voto socialista al, o verso, il centro sinistra. Sto leggendo da più parti, non a torto, l'intento di astenersi dal voto, una scelta che non condivido ma che rispetto. Personalmente deciderò all'ultimo momento cosa fare e come comportarmi all'interno della cabina elettorale. Di sicuro, a differenza di quei socialisti che hanno legittimamente deciso di sostenere Vendola, non regalerò il mio scalpo a Tonino ed i suoi squadristi, così come non lo regalerò al buon Baffetto, Baffetto che in una lunga serie di sconfitte è riuscito solo nel cavalcare l'onda giustizialista della falsa rivoluzione che fu, per poi rinnegarsi e pentirsi, cosa in cui è abilissimo. Vedete, come lo stesso Craxi affermò, lui fu il leader più di sinistra del nostro paese, ma non era comunista. Indi, questa favola che sento da troppo tempo di 'costruzione' di una grande sinistra mi fa ridere, anche perché non ho capito con chi si dovrebbe fare. Con Di Liberto e Ferrero che ci vorrebbero vedere nelle storiche carceri Moscovite? Con L'IDV che nella realtà è un partito di estrema destra? Con il PD che, oltre a non avere un'identità, per un terzo ci detesta, per un terzo ci sopporta e per un terzo ci ha condannati a morte? La sinistra, o almeno il concetto di sinistra moderna, riformista ed europa, lo ha rappresentato e lo può ancora oggi rappresentare solo un grande PSI autonomo, sulla falsa riga della tenacia dell'UDC che, ogni giorno di più, mostra carattere. Fino ad allora, riflettiamoci un attimo...
CARO BETTINO, DOPO 10 ANNI ANCORA NON TI RISPETTANO
Non sono un lettore assiduo de Il Fatto Quotidiano ma, come in tutte le cose, non mi tiro indietro nel comprarlo quando scrive qualcosa di mio interesse. Questa volta la puntualità del quotidiano sopra citato, con cui non condivido niente, a partire dai modi, ma di cui stimo la professionalità, ha rinfrescato la memoria del mio florido archivio. Vedete care compagne e compagni, non vi nego che è da quando si fa questo gran parlare del decennale della scomparsa di Bettino Craxi che ho una certa nausea. Cani e porci, da sinistra a destra senza limiti né vergogna, si definiscono "Craxiani" e si innalzano a "custodi" del ricordo del noto leader socialista. Ora, siccome il noto motto massone parla chiaro e dice che il popolo non ha memoria, mi sembra corretto ricordarvi alcune dichiarazioni di alcuni noti personaggi, ma non parlo delle stranote affermazioni di post comunisti, leghisti, missini, magistrati, giornalisti e via dicendo, troppo scontato. Vi voglio invece riportare le belle parole di affetto di cui fecero dono a Craxi in quegli anni le alte sfere di quello che alla fine si rivelò non più un Partito, bensì un circo equestre fatto di vermi, cani, Giuda, vigliacchi ed infami. Resta fermo il fatto che qualunque cosa fosse il PSI del 1992 era sempre meglio di quella prostata ingrossata che è la microcompagine del non partito di Nencini, sia chiaro. Ma passiamo alle belle parole: 1 Classificato - Claudio Martelli: il delfino prometteva "rinnovamento" per "restituire l’onore ai socialisti", esaltava "la salutare azione dei giudici di Mani Pulite", strapazzava Craxi per aver rifiutato di "usare la scopa o la spada contro i corrotti"; "Bettino non lo riconosco più, mi ricorda Salò" (30-9-92); "Ha lasciato che il malcostume si diffondesse e ha risposto in modo improvvido alle inchieste sulla corruzione" (28-11-92) 2 Classificato - Rino Formica, che ora delira di complotti internazionali, non aveva dubbi: "Il Psi era pieno di craxini che, non riuscendo a realizzare il socialismo, cercavano almeno un po’ di benessere" (1-11-92), "Craxi si comporta da stalinista, usa metodi autoritari e dispotici" (11-11-92) 3 Classificato - Ottaviano Del Turco, definito da Craxi, lo scemo del villaggio: "Non mi stupisco affatto del partito degli affari all’interno del Psi. Ho sempre denunciato quelli che brillano per la luce dei soldi, come Paperon de’ Paperoni" (15-5-92); "Craxi non ha messo a disposizione del partito alcunché. Dei conti esteri non mi disse nulla" (8-11-94) 4 Classificato - Paris Dell’Unto, detto Er Roscio, sparava a zero: "Craxi non ne azzecca più una. Più che un caso politico, è un problema sanitario" (13-11-93); "Bettino non si rende conto che rischia di eliminare non il Psi, ma cent’anni di storia. La gente non ne può più di ville al mare, yacht, feste, notti al night e mignotte" (3-5-93) 5 Classificato - Paolo Pillitteri cannoneggiava: "Io la chiamerei Cupola per rendere l’idea di quel che è successo fra politici e imprenditori a Milano" (3-5-92) 6 Classificato - Gianni Baget Bozzo: "Craxi doveva andare a Milano e chiedere perdono. C'è una questione morale, prima che politica. Nel centenario del Psi bisognava chiedere scusa per le tangenti incassate. Persino il Pci ha dovuto dire: ho sbagliato" (11-9-92) 7 Classificato - Francesco Forte, reduce dai pellegrinaggi in Somalia, tuonava: "Sono stufo di andare a comprare i giornali e sentirmi dire: ‘Ma questo non è ancora in galera?’. Mi vergogno di essere un politico, per giunta socialista" (9-7-92) 8 Classificato - Giuliano Amato: "Molti nel partito si sono arricchiti: bisognava buttarne via qualcuno" (26-11-92). 9 Classificato - Berlusconi: "Io a Craxi non devo nulla" (21-2-94); "Ho sempre riconosciuto il ruolo dei magistrati nella lotta al sistema perverso della Prima Repubblica. Tv e giornali della Fininvest sono stati sempre in prima linea nel difendere i magistrati ed in particolare Di Pietro" (6-12-94) In conclusione, signore e signori, compagne e compagni, questa è la verità della storia, il più grande nemico di Bettino Craxi fu il suo stesso partito. L'augurio che mi faccio da socialista è che chi all'epoca si espresse in certi modi, non certo solo questi deprecabili ominidi, abbia la dignità di tacere il 19 gennaio, perché ho tanta paura che chi in questo momento dovrebbe riposare in Tunisia, al contrario si stia rigirando su sè stesso da 10 anni.
martedì 27 ottobre 2009
LETTERA APERTA A RICCARDO NENCINI
Caro Nencini, le sue sempre puntuali dichiarazioni, il suo proto-immobilismo, il suo stile e le sue non-azioni/azioni mi portano a scriverle, con franchezza e responsabilità, una lettera che spero lei accolga per quella che è, uno stimolo a reagire a se stesso, ovvero il suo unico vero problema. Partiamo con ordine; lei poche ore fa ha dichiarato che l'elezione di Bersani dimostra il fallimento della teoria Veltroniana dell'autosufficienza, ovviamente e per convenienza ignorando tutte le ombre che si aggirano su queste primarie, ci mancherebbe. Comunque, tornando ai fatti, questa sua dichiarazione mi fa venire alla mente una metaforica scena in cui il paralitico sottolinea allo zoppo che non può camminare senza stampelle. Il PS da lei gestito, un'inezia politica che non raggiunge l'1%, non mi sembra questo modello di autosufficienza, tantomeno lei ha mai dimostrato realmente di avere la voglia, non la forza, ma la voglia di volere costruire un soggetto socialista realmente autosufficiente. Lei, caro Nencini, a riprova di quanto affermo, mi sembra che abbia preferito aggrapparsi alla speranza di un'ancora Vendoliana, un'ancora che non è arrivata e che dubito arriverà mai. Addirittura un partito come quello dei Verdi, che nel nostro bel paese non ha mai goduto di chissà quale seguito, ha abbandonato il progetto di Sinistra e Libertà per un rigurgito di autostima. Le chiedo come mai lei, un uomo così nobile, così corretto, così onesto, prima ha combattuto con manifestazioni ed appelli quel che da più parti è stato definito come un'infamia, ovvero lo sbarramento al 4%, per poi fare approdare nella sua regione tale sbarramento senza fiatare. Le chiedo come mai, lei che ha fatto uno scudo della sua onestà intellettuale, prima ha portato avanti la causa di Sinistra e Libertà e poi si candida nella sua amata toscana con il PD, lasciando ai piani bassi del suo micro partito l'onere e l'onore di combattere per la causa Vendoliana. Le chiedo come mai, all'indomani della nascita di una nuova formazione socialista ed autonomista che si richiama alla tradizione Craxiana del vecchio PSI, lei si è ricordato di aggiungere la dicitura 'italiano' al suo partito, considerando anche il fatto che il suo simbolino è in via di fusione all'interno di Sinistra e Libertà. Le chiedo se lei realmente crede di essere il rappresentante dei socialisti italiani e se è convinto che i socialisti in Italia siano quello scarso 0,9%. Le chiedo come mai ha sempre rifiutato l'idea di un congresso che mettesse in chiaro le cose. Le chiedo su quali basi lei si è arrogato il diritto di dire che i socialisti italiani devono superare Livorno 1921. Vede caro Nencini, da Del Turco, passando per Boselli fino a lei, siete riusciti sempre più nell'arduo compito di frammentare e ridurre a niente un partito, l'avete violentato, svilito ed offeso, avete offeso la memoria di chi ha combattuto, di chi è morto e di chi è stato perseguitato per l'idea socialista. Anche lei non si è mai posto il problema di come riunire tutte le anime socialiste, come riacquistare la fiducia di tutti quei socialisti che oggi, per le ragioni più diverse, si trovano all'interno della PDL, al contrario ha sempre prediletto alleanze con ben altri soggetti politici che con la nostra tradizione poco hanno a che spartire. Lei, come i suoi predecessori e la sua dirigenza, non è riuscito a tirar fuori dalla sua mente uno straccio di proposta, un qualcosa di vagamente accostabile al concetto di idea. Sempre come i suoi predecessori, è riuscito solamente a cavalcare gli slogan altrui, slogan vuoti e perdenti che a noi non appartengono, tramutando l'ombra di una comunità socialista, ovvero quella da lei rappresentata, in una tristissima miscela di mangia preti/eutanasici/omosessuali, con tutto il rispetto per questi ultimi, ma la causa omosessuale non può essere il pilastro di un'azione politicia, può esserne tutto al più una delle tante sfaccettature. Neanche sull'istruzione, da sempre cavallo di battaglia dei socialisti, più di quattro luoghi comuni buttati lì per dire non siete riusciti a fare. In conclusione, caro Nencini, invece di continuare a perdere tempo, la invito seriamente ad indire prima di Dicembre un congresso straordinario ed a rimettere nelle mani del suo popolo, che poi suo non è, le sue dimissioni. Mi permetto di dirle questo perché un uomo di coraggio sa mettersi in discussione se è convinto delle sue idee ed è in buona fede. Grazie
Aldo Luigi Mancusi
Aldo Luigi Mancusi
MARRAZZO E LE PRIMARIE AFGANE
Come ho scritto stamane sul mio profilo, è finita quella 'kermesse della buffonata' chiamata primarie. Come da copione ha vinto Bersani, il sottoscritto lo diceva mesi fa, ma non per doti paranormali, bensì per semplice analisi logica dei fatti. Ma analizziamo un po' di dati che abbiamo a disposizione. In primo luogo il PD parla di tre milioni circa di elettori, che tradotto in soldoni sono un incasso di 6 milioni di euro (12 miliardi del vecchio conio), soldi presi in modo a mio avviso 'subdolo' al popolo elettore. Di fatto, se consideriamo che tutti gli operatori erano volontari, l'unico costo reale è stato la carta, tra volantini, manifesti e quanto altro. Ora, esagerando con i costi, quanto pensate che sia costata tutta questa carta? Vogliamo esagerare? 1.000.000,00 di euro? Ok. Ora, considerando che in tasca gli rimangono 5.000.000,00 mi sembra che il gioco sia valso la candela, no? Simpatica la modalità di voto 'afgana'. A parte i curiosi risultati del feudo di Bassolino, la Campania (non a caso l'ex sindaco di Napoli è sempre stato un fedelissimo di D'Alema il quale, a sua volta, è il mastermind dietro Bersani che in questa regione ha stravinto), ha colpito il fatto che per votare, al contrario di quanto pomposamente annunciato dal PD stesso, non era necessario il certificato elettorale, né era necessario essere residenti nella città in cui si votava e, fino a prova contraria, facendo il giro dei seggi si poteva votare in ogni seggio senza limiti.Per la gioia di grandi e piccini in alcuni casi si è votato più volte nello stesso seggio. Si noti che quanto ho appena affermato non è frutto di mie presunte fantasie alla 007, bensì è stato documentato ieri sera dal tg di La7. Ma andiamo avanti nella nostra anlisi con un doveroso accenno al caso Marrazzo. A parte le mille domande e le mille ombre, sarebbe curioso sapere come abbiano fatto i quattro carabinieri ad entrare e filmare l'imbarazzante incontro del governatore del Lazio. Sarebbe interessante perché vorrei sapere come gli è venuto in mente di farlo, chi gli ha fornito l'indirizzo e, sopra ogni cosa, chi gli ha aperto la porta. Di certo la cosa è meno chiara di quanto possa sembrare e lascia adito ad ipotesi non belle, come ad esempio quella secondo cui, visto che di fatto Marrazzo era il più papabile tra i candidati alla Presidenza del Consiglio nel 2013, sia stato appositamente 'bruciato' da chi non vedeva di buon occhio questa candidatura. Mi permetto di fare certe ipotesi perché resto sempre più basito da certi comportamenti delle alte sfere del PD. Più semplicemente mi chiedo come mai per Marrazzo hanno gridato allo scandalo e ne hanno chiesto lo scalpo, mentre per Bassolino vige la legge del silenzio, così come per la Iervolino, a tal proposito dell'attuale sindaco di Napoli non se ne sente parlare da un po'. Come non fermarsi un secondo e chiedersi anche perché l'unico che si permise di ipotizzare le dimissioni dei due personaggi appena citati, Veltroni, oggi sembra scomparso, e non penso sia solo per i pessimi risultati delle scorse regionali di cui Walter ha colpe fino ad un certo punto. Chiedo a voi socialisti, tutti nessuno escluso, sono veramente questi i personaggi con cui volete allearvi in futuro? Sono veramente questi i nomi a cui volete affidare le sorti di domani del nostro paese? Ogni giorno di più, almeno personalmente, non riesco ad ipotizzare per i socialisti una posizione diversa da quella autonomista. Lancio poi un suggerimento a chi di dovere; sarebbe il caso di dare un segnale al popolo italiano, un segnale per ricordare che un uomo politico non si giudica per quel che fa a letto, ma per quel che fa nella cosa pubblica, ed inviterei Marrazzo ad entrare nel PSI. Comunque, a voi tirare le somme.
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