Sono anni che sento, da parte di molti socialisti, quella che definisco un'esasperata rivendicazione Pannelliana dell'essere 'laico'. Troppi straparlano di un dictat che imporrebbe quotidianamente lo Stato della Città del Vaticano allo Stato Italiano. Ora, anche in virtù del fatto che amo la lingua italiana, ritengo sia giusto fare un pò di luce sulla faccenda, chiarire qualche termine e porsi qualche domanda. Partiamo con ordine; chi vi dice ripetutamente e con una certa insistenza/petulanza che è un laico e che vuole uno Stato laico, o è un invasato che vive su Marte o, come penso sia più probabile, non conosce la lingua italiana e gioca sulla sua ignoranza e su quella degli altri sfruttando in modo distorto l'uso di alcuni termini. Fino a prova contraria, ad esclusione di chi ha preso i voti, siamo tutti laici. Aprendo qualsivoglia vocabolario leggerete alla parola laico che è tale colui il quale non appartiene al clero. Andiamo avanti,l'Italia di fatto è uno Stato laico, non è uno Stato Confessionale. Sempre con il vocabolario alla mano, lo Stato Confessionale è quello che riconosce, a livello Costituzionale, una confessione religiosa come confessione di Stato, indi non è il nostro caso, ad onor del vero non mi sembra che attualmente lo Stato Italiano neghi la libertà di culto imponendo una religione di Stato. C'é poi un altro punto per il quale ritengo giusto fare le dovute precisazioni; tutti questi difensori della libertà da non si sa cosa, continuano a dire Chiesa invece di Stato della Città del Vaticano. Chiariamoci, come Chiesa si intende la comunità dei fedeli e non le gerarchie cattoliche, perciò anche in questo caso, gentilmente e per amore della verità, usiamo bene i termini. Qual'è allora il problema, se un problema esiste nel nostro paese? Di sicuro il problema non è lo S.C.V., il vero problema è la classe politica nostrana, che è cosa diversa, ovvero come si pongono i rappresentanti del nostro 'Stato laico' nei confronti dei pensieri e delle esternazioni della gerarchia Pontificia. Precisando che non voglio qui difendere i privilegi e le malefatte storiche del S.C.V. (provate e non), né voglio elencare il bene che ha fatto e sta facendo nel mondo come in Italia per evitare di cadere nella solita diatriba sul 'Papa si e Papa no', preferisco analizzare la problematica su di un piano diverso e reale che definisco comunicativo. Partendo con ordine, prima di dar vita a qualsiasi analisi dobbiamo essere consapevoli di due dati di fatto indiscutibili, in primo luogo le nostre radici culturali non sono buddiste, musulmane, induiste o pagane, bensì sono cristiane. In seconda battuta, legittima conseguenza della prima, l'Italia è un paese a maggioranza cattolico. Partendo da questi dati arriviamo al punto: lo SCV viene accusato di entrare in modo invasivo nella politica italiana inibendo le libertà decisionali del Governo. Questa è una sciocchezza che può difendere solo chi si ferma alle apparenze e non ha l'intelligenza, o per meglio dire l'onestà, di approfondire la verità. Ricordandoci che il popolo italiano è a maggioranza cattolico, è ovvio che lo S.C.V. si rivolga in modo aperto alla sua Chiesa ed è nelle piene facoltà del Papa e delle alte gerarhie clericali interloquire con il proprio popolo in tutti quegli argomenti che rientrano negli spazi dei principi cattolici, perciò si esprime su tutto ciò che riguarda la fede e quel che ne consegue, ovvero condotta morale, salvaguardia della vita, amore verso il prossimo, carità etc.... La domanda ora è: è lo S.C.V. che impone qualcosa al popolo italiano nella sua complessità sorpassando il valico dei propri fedeli o sono i nostri rappresentanti politici che non sanno porsi in modo autonomo di fronte alle affermazioni Papali? Ripercorriamo qualche evento del passato e arriviamo insieme alle dovute conclusioni. Partiamo da un fatto recente, dal caso Eluana. È ovvio che lo S.C.V., nel dialogo con la sua Chiesa e nella lotta per la vita, abbia espresso il suo rammarico per la vicenda, sia prima che dopo ma, a quanto abbiamo visto tutti, a parte le dichiarazioni forcaiole di Gasparri e le proposte di Berlusconi, l'alimentazione artificiale è stata ugualmente interrotta e non mi sembra siano scattati anatemi e scomuniche, tantomeno la magistratura si è fatta problemi a riguardo, così come coerentemente con il suo mandato il Presidente della Repubblica, nel rispetto del dialogo con la C.E.I. ed il Santo Padre, non ricordo si sia flagellato per punirsi del non aver firmato il discusso decreto salva Eluana. Facciamo un altro esempio, le coppie omosessuali. Lo S.C.V .è stato sempre e storicamente contrario a queste unioni, stupirebbe una posizione contraria, ma così come non ha mai approvato certi rapporti, non ha mai approvato il divorzio e l'aborto, eppure in Italia si pratica l'aborto ed esiste il divorzio, guardate un pò. In questo caso la colpa di chi è, del Vaticano che impone un presunto dictat o della nostra classe dirigente incapace? In ultima analisi, vi pongo l'unico grande esempio di una politica autonoma e realmente capace di confrontarsi con il Vaticano; non fu tale Bettino Craxi, solo un ventennio prima del tanto esaltato Zapatero ed in condizioni ben più difficili, ad introdurre nel nostro paese il concetto di libera Chiesa in libero Stato attraverso la firma del Nuovo Concordato senza per questo assumere i ridicoli atteggiamenti anticlericali alla Pannella bensì dialogando con lo S.C.V.? Ed allora siamo seri, di cosa stiamo parlando, diciamo le cose come realmente stanno. Il problema non è il Vaticano, il problema è la nostra mediocre classe dirigente (da sinistra a destra) che non ha il coraggio delle proprie azioni, un coraggio che manca non per chissà quali devozioni nei confronti del clero, ma per la paura di perdere i voti dell'elettorato cattolico, una paura stupida. I signori di questa finta seconda Repubblica sono così ciechi che non sanno vedere la realtà dei fatti, ovvero che i cattolici sono molto più liberi di quanto si pensi e votano da Rifondazione a la Lega senza farsi troppi problemi. I cattolici sono i primi a sapere che un conto è la gestione della cosa pubblica ed un conto sono le ragioni della fede. Se così non fosse l'UDC dovrebbe avere, come minimo, il 40 % dei consensi in linea teorica. Il dramma di tutto è che le futili paure laiche non si sono focalizzate come ho appena detto nei confronti di un'incapace classe politica, bensì nei confronti del Vaticano e, cosa peggiore, in molti casi si stanno tramutando in laicismo ed odio, ma si sa che la mamma dei cretini è sempre incinta. Ironia della storia, l'unica grande verità che nessuno può negare è che il primo socialista della storia che espresse il concetto di laicità, come sottolineò in tempi non sospetti Mitterand, fu proprio Nostro Signore Gesù Cristo quando disse: a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio. Amen
Aldo Luigi Mancusi
lunedì 24 agosto 2009
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