Sono sinceramente stupito della mancanza di analisi di molti. Non ho potuto fare a meno, nell'arco delle ultime settimane, di leggere dichiarazioni di tutti i tipi da parte di più di un compagno. Punto focale di tutte queste missive era ed è l'attesa degli sviluppi all'interno del PD in vista del congresso, come se la vittoria del rappresentante di Veltroni o del rappresentante di D'Alema, alias (Su)Dario Franceschini e Bersani, cambieranno realmente qualcosa per noi. Non è mancato chi ha interpretato le recenti esternazioni di Rutelli come il 'presagio' di un'eventuale scioglimento del soggetto democratico, così come non è mancato chi addirittura ha dato peso alle parole della giovane Serracchiani. A tal proposito ci tengo a precisare che l'ex consigliere provinciale di Udine è una brava ragazza, sicuramente volenterosa, molto educata, ma che mi sembra l'ultima novità degli errori di questa finta seconda Repubblica, ovvero la premiazione della giovinezza e della moderazione a tutti i costi come copertura della mancanza di personaggi di spessore, una sorta di 'puntiamo ai giovani perché non abbiamo alternative'. Senza voler essere maligni, per il poco che abbiamo potuto osservare, per la simpatica Serracchiani non è così assurda l'ipotesi in base alla quale l'enfànt prodige di Udine sta alla politica come Ferrero sta a La Destra di Storace. Chiusa questa breve parentesi, care signore e signori, torniamo ai fatti e chiariamoci definitivamente; il Pd non si scioglierà, non lo vogliono all'interno del partito e non lo vuole l'attuale maggioranza di governo. Nessuno vuole e potrà permettere ciò perché, volenti o nolenti, nessuno vuole vedere l'ascesa della leadership di Di Pietro che, in caso di scioglimento del soggetto democratico, resterebbe l'unico baluardo 'forte' dell'attuale opposizione, quell'opposizione che definisco giacobina. Così come, allo stesso modo, un PD disorientato, frammentato, privo di un'identità e di un leader fa comodo a più di un avversario politico e, in teoria, anche a noi socialisti nella prospettiva di un progetto unitario. Come sottolineavo poco sopra, almeno allo stato attuale delle cose, chiunque dei due contendenti vinca all'interno del PD per noi non cambierà alcunchè, questo perché da un lato il PS ha un peso politico irrilevante e dall'altro è palese che la dirigenza democratica guarda al futuro scommettendo sulla crescita dell'Udc, senza accorgersi che Casini, come Di Pietro, i quattro voti in più che ha preso li ha 'raccolti' dai rami dell'ex Ulivo, ma questa è un'altra storia. Morale della favola quanto fin qui detto ci ricongiunge ad una storia che prende il via più di diciassette anni fa e che ci dimostra che senza un Partito Socialista Italiano che funge da perno ed equilibrio politico, in Italia come in Europa, i poteri forti dell'economia sono stati gli unici che hanno avuto le mani libere godendo di questa situazione anarchoide e confusionale, situazione che ha trovato il suo apice nel trionfo di un mercato liberticida e nella scomparsa politica di idee, primati ed azioni. A corollario di ciò, neanche a farlo di proposito, Nencini e l'attuale segreteria del PS non perdono l'ennesima occasione per farci cadere le braccia. Proprio nel mentre che il popolo socialista chiede di tornare ad essere protagonista della politica approfittando di questa posizione forzata del PD, che per mantenere la pace tra tutti i suoi membri paga lo scotto di essere un corpo senza un'anima, lasciandoci definitivamente libero il campo per essere l'unico riferimento socialista a livello nazionale e donandoci la possibilità di infiltrarci nelle falle di questi per captarne i dissensi, costoro che fanno? Consolidano il nuovo fritto misto di Sinistra e Libertà e lo fanno con improbabili riunioni estive e senza prospettive. Non a torto girano voci che sul discorso nucleare siano nati i primi screzi. Ora, mettiamo i puntini sulle i, se Nencini e compagni fossero arrivati all'idea di Sinistra e Libertà dopo anni di riflessioni, incontri programmatici, seminari e congressi a tutti i livelli costruendo i dovuti consensi nella base in virtù di un progetto politico, sarò sincero, così come non avrei aderito alla cosa, non ne avrei neanche discusso la legittimità, ma visto che questa federazione/alleanza amorfa nasce per due ragioni improponibili, rispettivamente la garanzia della rielezione di Nencini in Toscana e l'incapacità di costruire un programma politico, care signore e signori permettetemi un chiaro dissenso. In conclusione, a noi non resta altro da fare che continuare sulla strada della ricostituzione di un soggetto politico unitario che ci sappia rappresentare iniziando i lavori proprio dal seminario del 9 settembre, nella speranza che i certi fallimenti di Sinistra e Libertà e l'orgoglio socialista ci facciano ricongiungere un domani con chi oggi a scelto altre via.
Aldo Luigi Mancusi
domenica 23 agosto 2009
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Molto bella come sempre la Sua riflessione. Mi resta un solo dubbio che spero mi possa chiarire in articoli futuri, se noi socialisti non appoggeremo il progetto di SeL come faremo con una classe dirigente attuale a recuperare consensi visto fra l'altro che ci apprestiamo a perdere le ultime rappresentanze anche a livello regionale dopo averle perse a livello europeo, nazionale e in molti casi locale. Ovvero quale politica incisiva potremmo attuare per passare dallo 0,7% a numeri a doppia cifra come la lega o Di Pietro?
RispondiEliminaInoltre mi chiedo e le chiedo cosa significa "unità a sinistra" per lei?
Grazie distinti saluti Andrea Mostardini andream@aea-impianti.it
Gentilissimo Andrea, ti ringrazio dell'attenzione che presti ai miei scritti, vuol dire che un interesse lo suscito. Ti risponderò in modo sintetico, ma spero efficace. Come ben sai non vedo un futuro in S&L, non vedo prospettive e non vedo dinamiche tali che permettano eventuali sviluppi. Ma questa mia visione negativa non trova le sue radici solo nelle incongruenze storiche che separano noi, Vendola ed i Verdi, bensì in un'analisi oggettiva dei fatti; questa alleanza non trova la sua forza in una serie di riflessioni, incontri, seminari e congressi che hanno portato le tre parti alla costruzione di una programma comune e condiviso. L'unica ragione da cui tra le sue ragioni S&L è quella 'elettorale, ovvero superare il 4% per entrare nelle istituzioni, oltre alla necessità concreta di Nencini di continuare la sua carriera copme Presidente della Regione toscana per non trovarsi disoccupato. Capirai con me che non è così che si costruiscono le basi per una politica che guardi al futuro. Mi chiedi poi che politica attuare per raggiungere i traguardi numerici di Lega e IDV. Semplicemente lavorare sodo per quattro anni partendo dal coinvolgimento della base. In primo luogo dobbiamo costruire una struttura politica; in secondo luogo dobbiamo mettere su un programma politico riformista che miri al bene del paese e che sia il più condivisibile possibile e di ampio respiro; in terza istanza dobbiamo recuperare tutti i compagni che attualmente ed a denti stretti si trovano collocati di malavoglia in altre posizioni, penso a PD e PDL, per farlo dobbiamo offrirgli un PSI autonomo, fuori dalle logiche bipolari e con un'identità ben precisa. Vedi, se analizziamo i fatti Lega e IDV sono andati avanti perché avevano delle idee, condivisibili o meno, ma presenti; l'uno aveva l'idea federalista, l'altro della giustizia giacobina. Ora ti chiedo, la nostra idea? Noi non abbiamo né i soldi del cavaliere né la base post comunista e post democristiana del PD, indi ci rimangono solo le idee, che sono la cosa più importante alla fine. Mi chiedi infine cosa intendo per unità a sinistra, la risposta è semplice: non la intendo. Vedo un PSI autonomo che dialoga con tutti a 360°, non credo nell'appiattimento in una o nell'altra posizione. Non credo neanche, a proposito di unità a sinistra, che sia ipotizzabile una nostra alleanza con Di Pietro, Vendola, Ferrero e/o Di Liberto.
RispondiEliminaGrazie e spero di essere stato esaustivo.