domenica 23 agosto 2009

VECCHI LEONI, NUOVE PROMESSE E NODI VARI

Oggi, in modo più rilassato, rispondo in modo concreto alle molte mail che quotidianamente mi arrivano e che mi pongono le più diverse questioni, sperando di dare un messaggio concreto a tutti. Partiamo con il primo punto. Ognuno di noi è legato, chi più chi meno e per la ragioni più diverse, ad una o più figure di spicco della vecchia dirigenza, quella gloriosa tanto per intenderci, del vecchio Psi. Io stesso, indipendententemente da errori e quanto altro, non ho mai negato la mia stima verso il compagno De Michelis, ma non possiamo annullarci, o per meglio dire aggrapparci a queste figure del passato, puntando su di loro per il nostro futuro. Dico ciò perché da un pò ricevo varie missive in cui molti compagni mi espongono pensieri 'perversi', del tipo di ripresentarci di fronte all'elettorato mettendo in prima fila Martelli, De Michelis, Formica, Zavettieri e chi più ne ha più ne metta. Il problema non sta nell'esperienza di questi personaggi o nelle capacità che nessuno di noi mette in dubbio, ma nel fatto che posizionati in prima fila mi rendo conto, con una certa amarezza, che sono impresentabili, oltre al fatto che dovremmo anche vedere quanto lor signori siano realmente disposti a rimettersi in gioco in modo 'pesante'. Questi signori, che con stima chiamo i vecchi leoni, possono assolvere la sola funzione di saggi del partito mettendo la loro esperienza a servizio di una nuova classe dirigente che spero presto si concretizzi. Dico ciò perché, ad esclusione del fatto che non tutti i socialisti vedono di buon occhio per vari motivi questi personaggi, in alcuni casi specifici la loro presenza ci riproporrebbe due problemi; in primo luogo non manca chi non dimentica e non vede l'ora di poterci lanciare le solite accuse dicendo, in alcuni casi non a torto, che i socialisti portano ancora avanti i cadaveri, non tanto della prima Repubblica, ma i cadaveri di Tangentopoli e della parte peggiore del paese. In secondo luogo queste figure, per quanto storiche e degne di stima, vuoi per l'età, vuoi per i sopra citati trascorsi, vuoi per l'inadeguatezza in certi casi all'attuale scena politica, è certo che non stimolerebbero l'elettorato all'avvicinamento alle ragioni socialiste se non i nostalgici ed i non penso più numerosi voti dei propri feudi storici, feudi dei quali ormai penso siano rimaste solo le macerie. Indi, chiudendo questo capitolo, ripeto che a mio avviso non va preclusa a nessuno la possibilità di contribuire alla rinascita del Partito Socialista Italiano, tantomeno a chi ha contribuito alla storia del Psi, ma quando si parla di futuro bisogna guardare a questo nella sua complessità partendo dal principio che la classe dirigente del partito deve essere una classe nuova ed i vecchi leoni devono svolgere una funzione di sostegno, niente di più, niente di meno. Come dice il sempre saggio Pillitteri, spazio ai giovani. Secondo punto. Più di una persona mi ha rilanciato l'idea, per le più svariate ragioni di Sinistra e Castità, c'é stato addirittura chi ha rivendicato con orgoglio l'esperienza de La Rosa nel Pugno e chi, non con ragioni meno interessanti, mi ha invitato a vedere di buon occhio altre opzioni. Ora, senza menra troppo il can per l'aia, ripeto per l'ennesima volta che io, come chi sta con me, ho una visione molto chiara del da farsi. Indi ripeto per l'ennesima volta che non aderirò a Sinistra e Castità per più ragioni, in primo luogo la vedo come una sconfitta; in secondo luogo la vedo come un appiattimento dei socialisti in un'ottica che storicamente non ci appartiene; in terzo luogo non sono disposto a definirmi parte della sinistra radicale; in quarto luogo vedo nel futuro un Partito Socialista Italiano autonomista, non subalterno a nessuno, che ritrova le sue origini nei principi liberali socialisti e cristiani e che si propone come cuneo tra i due giganti di argilla Pd e Pdl, un partito dialogante e non servo; in quinto luogo non sono disposto in alcun modo a sostenere Sinistra e Castità per garantire la rielezione di Nencini a Presidente della regione Toscana; in ultima istanza vedo di buon occhio la sfida del quattro per cento, sono convinto che offrendo quanto appena detto, con un duro lavoro di quattro anni, possiamo intercettare buona parte di tutti quei socialisti che stanno attualmente a denti stretti in altre formazioni. Un Partito Socialista Italiano incapace di raggiungere tale soglia non ha senso. Per quanto riguarda La Rosa nel Pugno i fatti ci dimostrano che quel 2% scarso raccolto era in gran parte proveniente dall'elettorato Radicale che, a torto o a ragione, da solo ha ottenuto gli stessi risultati. Chi dice che i socialisti furono un traino mente inconsapevolmente, anche perché i fatti, non le mie ipotesi, ci dimostrano che il PS (ex Sdi) da solo non raggiunge neanche l'1%. Chiudo il discorso de La Rosa nel Pugno sottolineando a chiare lettere che il popolo socialista, storicamente parlando, non è un popolo laicista, bensì è un popolo laico, il che vuol dire che non siamo anticlericali ma siamo dialoganti con le autorità ecclesiastiche, sempre forti del concetto da noi stessi introdotto con Craxi di libera Chiesa in libero Stato, indi rispetto delle reciproche posizioni senza alcun tipo di incursione. Terzo punto. Guardiamo di buon occhio al progetto di Zavettieri, come guardiamo di buon occhio a tante altre iniziative, ma se queste iniziative non trovano un'unità in uno stesso soggetto e sono solo delle frammentazioni personalistiche/regionalistiche/condominiali non siamo interessati ad alcuna adesione. Come più volte scritto, e poco sopra ricordato, il nostro è un obbiettivo di ampio respiro che vede un coinvolgimento totale del popolo socialista e se cercavamo sigle a cui appenderci, ombra al sole e quanto altro, tutto facevamo tranne che impegnarci in questa meravigliosa follia. Grazie dell'attenzione ed un abbraccio a tutti.
Aldo Luigi Mancusi

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