domenica 23 agosto 2009
GLI ALFIERI MANDANO AVANTI I PEDONI
Osservare ciò che ci succede intorno serve per farsi un'idea di come si evolverà il panorama politico in futuro. Per questo oggi vorrei fare con voi una serie di riflessioni partendo dal fatto del momento, ovvero le primarie del PD, questo senza scendere in polemica nel discorso tecnico del 'sistema primarie'. A primo acchitto troviamo contrapposti Bersani, un ex comunista emiliano di quelli d.o.c. e Franceschini, ex democristiano dell'ultima ora a metà fra l'approccio dialogante dell'intonsa Rosy ed il fanatismo della Binetti. Outsider è Marino, candidato per caso che serve comunque per dare al popolo bue quel senso di pluralità che il PD deve mostrare. Ma analizziamo nei fatti la realtà, partendo proprio dall'esclusione del buon Marini il quale non sa neanche lui perché è candidato; sono veramente Bersani e Franceschini i candidati? No, mi sembra ovvio. Bersani e Franceschini altro non sono che l'evoluzione dell'eterno dualismo D'Alema/Veltroni, i due storici amici/nemici che mai si sono scontrati in modo sfacciato e che mai sono riusciti a convivere. Massimo e Walter, assurdo ma vero, sono l'ultimo simbolo delle tanto disprezzate correnti di partito. Entrambi sanno che le loro candidature dirette erano improponibili. D'Alema non si è potuto candidare perché ormai è stanco di mettersi in primo piano in queste lotte interne, perché ha un'età ed il popolo del PD ha preso la via della ricerca del nuovo a tutti i costi indi non lo accoglierebbe di buon grado e, inoltre, perché punta alla Presidenza della Repubblica. Mr. W, invece, viene fuori mal concio dai recenti fallimenti della sua segreteria, se poi mai possiamo attribuire realmente a lui certi risultati, indi è impresentabile pubblicamente ed all'interno della compagine Democratica. Così, volenti o nolenti, i militanti del PD sono costretti a sorbirsi due figure che, oltre a non godere del carisma adatto alla segreteria di un partito delle dimensioni del PD, fungono anche da teste di legno per due correnti distinte. Non a torto c'é chi è convinto, come il sottoscritto, che chiunque dei due perde finirà nel dimenticatoio, ma resterà in piedi il suo sostenitore, come dire che se perde Bersani rimarrà D'Alema e se perde Franceschini rimarrà Veltroni. In tutto questo trambusto un furbetto come Di Pietro ha trovato la sua chiave di volta, o almeno spera di averla trovata. Il Tonino nazionale è coinvinto che il PD sia vicino ad una rottura e che questa rottura possa concretizzarsi solo a suo vantaggio. Così, non a torto, non è facile non comprendere il perché della candidatura, o almeno la tentata candidatura, di Grillo alle primarie. Il buon Beppe è l'unico che, con le sue non poche preferenze, potrebbe rompere le uova nel paniere a D'Alema e Veltroni. I sondaggi danno il comico genovese al 20% nella competizione per la segreteria del PD, una percentuale che servirebbe allo scopo: frantumare il mai nato partito. Viene da sé, infatti, che i militanti di DS e Margherita non accetterebbero mai di avere Grillo in casa, indi inizierebbero scontri, bagarre e fuoriuscite fino alla frantumazione del non-soggetto politico, frantumazione che secondo le visioni dell'ex magistrato vedrebbe un solo vincitore, l'unico in grado di crescere e di dare sicurezza a chi cerca un futuro nel centro sinistra: l'IDV. A questo punto però, in virtù di un progetto futuro di ampio respiro che vuole un Partito Socialista autonomo e dialogante, penso che anche noi socialisti non possiamo non fermarci un secondo per una semplice riflessione, una riflessione che ci porta inevitabilmente ad aprire le porte a tutti i socialisti, o almento a tutti quelli che si ritengono vicini all'area socialista attualmente nel PD, che già da ora si sentono orfani nel mondo poiché privi di un'identità. Alla fine dei conti sappiamo bene che D'Alema non ha mai negato la sua disapprovazione riguardo l'abbandono della tradizione socialista per abbracciare chissà cosa e, allo stesso tempo, il sempre in competizione Veltroni ha di recente rivalutato la figura di Bettino Craxi quasi rinnegando Berlinguer. L'Unico rammarico è per i compagni che, a dire il vero con poca lungimiranza, perseguono il progetto di Sinistra e Castità, un progetto che non ha futuro, una sorta di versione più piccola ma non meno confusionaria del PD che, volente o nolente, si pone nell'area radicale della sinistra. Rammarico ancora più grande viste le recenti dichiarazioni di stima di Nencini verso Bettino Craxi, perché di fatto le sue decisioni pratiche non coincidono con queste recenti esternazioni sull'ex leader del PSI. Al futuro dobbiamo guardare come aquile, non come passeri. Aldo Luigi Mancusi
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